Seleziona una pagina

Chiunque soffra o abbia sofferto di un disturbo d’ansia potrebbe essersi posto questa domanda. Proviamo a dare una risposta sintetica.
Possiamo definire l’ansia un sistema di allarme interno al nostro corpo. Un segnale di allerta che viene innescato quando ci troviamo di fronte a un pericolo imminente, e che si rivela attraverso sensazioni fisiche e mentali che ci mettono a disagio e creano apprensione. Non è un sistema di per sé negativo, ha anzi una funzione adattiva, poiché ci consente di metterci in salvo quando siamo innanzi a un pericolo, e ci permette di affrontare in modo determinato una situazione difficile. In alcuni casi però questa funzione adattiva può tramutarsi in un sistema disfunzionale, che può provocare una discreta gamma di problematiche più o meno gravi.
In quali casi l’ansia può diventare un problema?
Quando viene attivata da situazioni che non comportano un effettivo pericolo. Provate a immaginare cosa accadrebbe all’interno di un’abitazione se ripetutamente, sia di notte che di giorno, si attivasse la sirena del sistema di allarme, senza che però vi sia alcun tentativo di effrazione da parte di malintenzionati.
Uno degli effetti negativi dell’ansia è determinato dal fatto che l’individuo, sottoposto a continui fasulli allarmi di pericolo, è costretto a consumare inutilmente una dose massiccia di energia fisica e mentale. L’ansia si manifesta tramite malesseri fisici di vario genere: battito cardiaco accelerato, eccessiva sudorazione, affanno respiratorio, tensione muscolare. La mente è spesso impegnata in un rimuginio sgradevole che sottrae lucidità di pensiero e produce stanchezza e annebbiamento. Sia a livello fisico che mentale l’ansia costringe chi ne soffre a un enorme sforzo, che produce inutili dispendi di energia. Inoltre, questo disturbo costringe l’individuo a mettere in atto vari tipi di evitamento, con l’obiettivo di sottrarsi all’effetto indesiderato dell’ansia, e costringendo così lui e le persone che gli vivono attorno a tante piccole o grandi rinunce.
Dopo aver definito e chiarito alcuni dettagli relativi all’ansia e al disturbo ansioso, proviamo a fornire una breve risposta alla domanda con cui è stato aperto l’articolo: ansiosi si nasce o si diventa?
Ogni individuo nasce con uno specifico temperamento, e ciò determina il modo in cui affrontiamo gli eventi stressanti. Questo significa che ognuno di noi ha una predisposizione innata a mettere in atto un certo tipo di risposta in reazione a stimoli che provocano uno stress.
Il nostro sistema nervoso è sensibile agli stimoli ambientali così come a quelli che provengono dall’interno di noi stessi, come ad esempio le emozioni. Di fronte a un evento stressante ogni individuo attua una risposta, che può essere legata a un sentimento di rabbia o di tristezza – in sintonia con il proprio temperamento. Nel caso di una persona ansiosa, la risposta spontanea sarà quella di reagire attraverso l’ansia.
Al temperamento innato, dobbiamo aggiungere altre variabili che possono contribuire ad accentuare o, al contrario, smorzare la modalità con la quale rispondiamo agli eventi stressanti. Una è rappresentata dal rapporto con le figure primarie di accudimento, in genere i propri genitori. Un attaccamento insicuro con la madre o il padre potrebbe accentuare il modo in cui tendiamo a rispondere allo stress – nel caso dell’ansioso, quindi, con l’ansia. Anche le esperienze che facciamo durante il corso della vita possono influenzare le risposte determinate dal temperamento. I pericoli
che abbiamo affrontato sono registrati nella nostra memoria e innescano un meccanismo difensivo ogni volta che ci ritroviamo in analoghe circostanze. Ovvero, impariamo a prevenire situazioni che potrebbero mettere a rischio la nostra incolumità o autostima basandoci sulle informazioni ricevute dalle esperienze passate.
Riassumo: il temperamento ansioso nasce da una predisposizione genetica. La risposta che attuiamo di fronte allo stress viene generata da un’inclinazione innata che è in sintonia con il nostro specifico temperamento. Questa risposta può essere però accentuata oppure smorzata dalle esperienze che facciamo durante il corso della nostra vita e dal tipo di relazione che instauriamo con i nostri genitori. In breve, fattori genetici e ambientali contribuiscono, in maniera differente a seconda dei casi, allo sviluppo del disturbo d’ansia.
Gli studi al riguardo evidenziano infatti come temperamento e fattori ambientali siano entrambi determinanti per lo sviluppo di una patologia ansiosa. Chi nasce con un temperamento ansioso non è condannato a sviluppare un disturbo d’ansia, però possiamo affermare che un individuo che soffre di questo disturbo è molto probabile che abbia un temperamento ansioso.
Possibile che la società contemporanea abbia contribuito ad aumentare il numero di persone che soffrono di disturbi d’ansia?
Il mondo, oggi, è caratterizzato da una maggiore velocità e dinamicità rispetto a quello passato. L’uomo moderno vive in una società caotica, è spesso sottoposto a ritmi frenetici, e troppe volte è messo sotto pressione. Tutto questo naturalmente può produrre un elevato livello di stress, che può influire negativamente su un individuo dal temperamento ansioso, accentuandone l’ansia e l’apprensività. Coloro che non hanno una predisposizione innata all’ansia non si trasformeranno in ansiosi patologici a causa dei ritmi frenetici a cui la società contemporanea ci sottopone, ma chi ha un temperamento ansioso potrebbe fare più fatica ad adattarsi all’incedere incalzante del mondo moderno.
La trasformazione che è avvenuta nel mondo occidentale durante gli ultimi decenni ci spinge a fare alcune considerazioni strategiche. La risposta all’ansia può avvenire attraverso due modalità: anticipando gli eventi o rispondendo all’evento stressante. In passato il mondo era più prevedibile, e l’individuo aveva più tempo per prepararsi ad affrontare un evento stressante. I cambiamenti, che negli ultimi decenni hanno reso altamente frenetico e caotico il mondo moderno, hanno vanificato gli effetti positivi della strategia anticipatoria, che in passato era servita a tenere a bada l’effetto dell’ansia. Oggi è diventato necessario rinforzare le proprie qualità personali, per diventare individui in grado di affrontare nella giusta modalità le situazioni che provocano stress. È quindi diventato indispensabile adattarsi ai cambiamenti e imparare a fronteggiare gli stati ansiosi.
La prima cosa da fare, per mettere in pratica il rafforzamento della personalità, è raggiungere un maggiore grado di consapevolezza riguardo il proprio modo di essere e le reazioni che abbiamo di fronte a eventi che producono stress. Acquisire una migliore conoscenza riguardo le nostre debolezze e deficit caratteriali è il primo passo da compiere per riuscire a prendere dominio di sé stessi e dirigere nel modo più adeguato il proprio comportamento. Il potenziamento della personalità vi aiuterà a gestire l’imprevedibilità della vita contemporanea, che produce alti livelli di stress e di conseguenza anche di ansia. Ad oggi esistono tecniche efficaci, che possono essere utilizzate per intervenire sugli stati ansiosi: tecniche di respirazione, training autogeno, mindfulness, tecniche di rilassamento e altro ancora.
Nel libro Esperienze delle vette, lo psicoterapeuta e filosofo Piero Ferrucci indica l’attenzione cosciente come strumento terapeutico. In questo testo illuminante è scritto che “essere coscienti nel
qui e ora ci allena a vedere il mondo com’è, non come temiamo che sia o come ci piacerebbe che fosse. Questo è il punto da cui bisogna partire perché ansie e ossessioni scompaiano”.
La persona ansiosa deve smetterla di identificarsi nel ruolo di vittima predestinata: un individuo condannato dalla natura a trascorrere un’esistenza in preda ai furibondi attacchi dell’ansia. Grazie alla plasticità del cervello – che consente di modificare la struttura cerebrale – possiamo cambiare la rotta della nostra esistenza, per indirizzarla verso sentieri più sereni e armoniosi.

Dr Alessio Focardi*
*Psicologo e terapeuta gestisce lo sportello di Aiuto Psicologico per i Soci di Auser e la pagina Pagina Facebook” Spazio Psicologia Auser”