#1 UN MOTIVO IN PIU’ PER INDOSSARE LE MASCHERINE ANCHE ALL’APERTO
La figura riporta l’andamento delle infezioni da COVID 19 in Austria e Repubblica Ceca (click sulla figura per ingrandirla). Entrambe le nazioni hanno introdotto dalla stessa data forme di distanziamento sociale ma la Repubblica Ceca ha aggiunto l’obbligo di utilizzare le mascherine mentre l’Austria no. La curva del contagio in Austria ha continuato a salire, mentre nella Repubblica Ceca si è appiattita. Quando l’Austria, dopo alcune settimane ha introdotto norme sull’uso delle mascherine la curva dei contagi nei due paesi si è riallineata. (fonte: Evidence.it by GIMBE).
Anche se non tutti i ricercatori sono concordi sull’uso delle mascherine in spazi all’aperto non affollati,osservazioni come quella riportata in figura debbonoindurci ad usare sempre le mascherine soprattutto in questa fase di graduali aperture, che è la più pericolosa perché potrebbe favorire la ripresa dei contagi , le sperimentazioni empiriche (come questa) sono a favore dell’uso delle mascherine: quindi, per favore, usiamole tutti!
# 2 TEST SIEROLOGICI, VACCINI, USO DELLE MASCHERINE, FUMO…
Sono passati circa due mesi dall’inizio della crisi Covid-19 in Italia e in questo periodo ne abbiamo sentite di tutti i colori. Nel tempo è stato detto tutto e poi il contrario di tutto, il che potrebbe generare sfiducia nei confronti dell’informazione e della scienza, ma anche far riflettere su un aspetto: scienza e informazione hanno tempi diversi.
La scienza è lenta. Formula ipotesi, le verifica con rigore, sbaglia (per fortuna, perché sbagliando si impara), si riprende, sbaglia ancora, e poi, forse, arriva a conclusioni, che sono sempre parziali e mai verità assolute. Rappresentano un mattoncino di un edificio che può essere costruito solo mettendo insieme tanti studi, tante ricerche, in genere provenienti da tutto il mondo.
L’informazione invece ha fretta, vuole dare certezze e vuole darle subito, senza parlare di sbagli, di margini di errore e intervalli di confidenza, di risultati parziali e rischia a volte di cadere nel tranello di non sottolineare l’importante differenza che intercorre tra ipotesi, opinioni e fatti. Siamo poi di fronte ad una situazione inedita (quante volte lo abbiamo detto ormai?).
Ma c’è una bussola cui affidarsi per non perdere continuamente la rotta? Grazie a scambi di opinioni e ad un’enorme sforzo della ricerca internazionale, ad oggi abbiamo delle risposte su questo virus. Restano però moltissime cose che non sappiamo, bisogna ammetterlo, e che scopriremo solo con il tempo. (Testo rielaborato da un articolo di Camilla de Fazio)
# 3 TEST SIEROLOGICI
Uno degli argomenti più discussi in queste settimane è l’uso di test sierologici per determinare l’immunità dei singoli individui. Cosa sappiamo davvero sull’immunità e a cosa possono servire i test sierologici?
Parliamo di un virus nuovo, con cui stiamo interagendo da quattro mesi, quindi non si può dire se esista un’immunità di lunga durata. Le evidenze cliniche disponibili al momento però suggeriscono che probabilmente non si sia mai verificato un caso di effettiva re-infezione. I casi osservati sono state probabilmente recidive dovute al fatto che il virus fosse presente nell’organismo del paziente in forma latente e che si sia poi riattivato.
Per sapere se una persona abbia sviluppato degli anticorpi neutralizzanti (quindi delle IgG che impediscono al virus di entrare nuovamente nelle cellule), usiamo dei test sierologici sviluppati di recente che al momento non presentano una sensibilità e una specificità adeguate. Visto il numero di falsi positivi e di falsi negativi non credo siano utilizzabili per definire lo stato immunitario individuale. La tecnica è comunque interessante per condurre studi su larga scala, a livello di popolazione, come verrà fatto per l’inchiesta nazionale sulla siero-prevalenza che partirà a breve.
(Ranieri Guerra. OMS)
# 4 IL VIRUS SI PUO’ DIFFONDERE USANDO COME VEICOLO IL PARTICOLATO COSTITUITO DALLE “POLVERI SOTTILI”?
Secondo uno studio recente l’RNA del virus si può “attaccare” alle polveri sottili, al particolato E’ quindi plausibile l’ipotesi che nelle città più inquinate (come in Lombardia) il virus possa diffondersi più facilmente?
Anche se in laboratorio è stata rivelata la presenza di RNA virale associato al particolato, ciò non indica che quest’ultimo sia veicolo del virus e che ne trasporti una quantità sufficiente ad infettare una persona e far insorgere la malattia. Il problema delle polveri sottili non consiste tanto nel fatto che possano favorire la diffusione del virus, quanto nel fatto che i nostri polmoni comunque risentono all’esposizione all’inquinamento.
(Ranieri Guerra. OMS)
#5 IL VIRUS SI PUO’ TRASMETTERE TRAMITE IL CONTATTO CON OGGETTI OPPURE CON L’ARIA CONDIZIONATA?
Sono state suggerite diverse ipotesi riguardo alle possibili modalità di trasmissione del virus, oggetti acquistati ai supermercati compresi. Poi, con l’avvicinarsi dell’estate, si teme che i condizionatori possano diventare strumenti di propagazione di Coronavirus. Cosa sappiamo per certo?
È vero che i droplet (goccioline) possono atterrare sugli oggetti e che se, dopo averli toccati, si porta la mano agli occhi, alla bocca o al naso, ci si potrebbe infettare. Occorrono però condizioni particolari, una carica virale sufficiente ad infettare. Per quanto teoricamente possibile, non è una modalità di trasmissione che finora è stata osservata. Anche la diffusione attraverso i climatizzatori, che verranno ampiamente utilizzati quest’estate, resta estremamente improbabile, per quanto teoricamente possibile.
(Ranieri Guerra. OMS)
# 6 LA NICOTINA CI PROTEGGE DAL VIRUS ?
Alcune ricerche hanno anche suggerito che la nicotina possa proteggere dal virus: come va interpretato questo studio?
Lo studio francese che ipotizza un ruolo protettivo per la nicotina non è particolarmente affidabile o rigoroso. Ci sono osservazioni empiriche che potrebbero permettere di formulare l’ipotesi che chi fuma e consuma pasticche di nicotina guarisca prima o si ammali di meno, ma al momento queste ipotesi non sono state dimostrate da nessuno studio serio e controllato. Ciò che sappiamo per certo è che il fumo danneggia in modo importante i polmoni e che chi presenta difficoltà al livello respiratorio resiste di meno al virus.
(Ranieri Guerra. OMS)
# 7 UNA INTENSA ATTIVITA’ SPORTIVA E’ PERICOLOSA ?
Uno studio dimostrerebbe che un’attività sportiva intensa possa contribuire ad aggravare la malattia. Cosa c’è di vero?
Lo studio presenta un modello teoricamente possibile, ma che richiede una coincidenza di fattori tali che diventa altamente improbabile: una persona deve essere stata infettata da poco, presentare una quantità di virus importante nei polmoni, sottoporsi ad uno sforzo fisico molto molto intenso, che dia una forte accelerazione alla frequenza respiratoria e alla circolazione sanguigna perché lo sport possa aggravare le sue condizioni.
(Ranieri Guerra. OMS)
#8 MASCHERINE SI O MASCHERINE NO?
Parliamo del ruolo delle mascherine: prima si diceva che erano inutili per le persone sane, poi in alcune regioni sono diventate obbligatorie e, secondo alcuni, andrebbero indossate sempre, anche a casa. Quale dovrebbe essere il loro uso?
Teniamo presente che per venire contagiati bisogna trovarsi a meno di un metro (o di un metro e ottanta se la persona ha il raffreddore) da un soggetto infetto ed essere esposti alle particelle virali per un certo periodo di tempo. Per capirci, passando semplicemente accanto a una persona che starnutisce, la probabilità di infettarsi è estremamente bassa.
In un ambiente chiuso, come un negozio o una palestra, in cui non è possibile mantenere le distanze, è necessaria una mascherina protettiva. Sia per proteggere gli altri che sé stessi perché sebbene, in particolare per chi la indossa, non sia completamente protettiva, la mascherina abbatte comunque la carica virale.
Però attenzione: le mascherine possono dare una sensazione di falsa sicurezza, le cose più importanti da fare restano comunque lavarsi le mani con frequenza e mantenere la distanza.
(Ranieri Guerra. OMS)
# 9 IN ATTESA DEL VACCINO
Per molti il vaccino è la soluzione ottimale per uscire dalla pandemia. Ciononostante, è stato suggerito da alcuni che lo sviluppo di un vaccino fosse inutile, perché il virus si sta depotenziando e per quando il vaccino sarà pronto, l’anno prossimo, non ce ne sarà più bisogno, come è avvenuto con la Sars. Chi ha ragione?
Questo è un virus particolare rispetto a Sars-Cov, che si è “esaurito” da solo e a Mers-Cov, che infetta ancora ma sporadicamente. Covid-19 è molto più simile al virus dell’influenza e ha contagiato milioni di persone e provocato centinaia di migliaia di morti. C’è quindi una giustificazione etica, numerica e di sanità pubblica che impone lo sviluppo di un vaccino, oltre che lo sviluppo di farmaci. Il vaccino per questo tipo di virus è la soluzione ottimale, probabilmente la soluzione finale. Si tratta di un virus abbastanza stabile tra l’altro, quindi la ricerca di un vaccino è relativamente semplice. Sulla piattaforma dell’Oms ci sono circa 80 candidati e 5 o 6 vaccini sembrano promettenti.
(Ranieri Guerra. OMS)
# 10 SCIENZA, POLITICA, MASS MEDIA
La scienza in questa crisi è una guida, che aiuta la politica a prendere delle decisioni, ma dai dibattiti tra specialisti, in tv o sui giornali, sembrano emergere parecchio disaccordo e confusione.
Tutti possono andare in tv a raccontare la loro storia, ma ciò che conta alla fine sono le conclusioni a cui giungono i comitati scientifici, che poi alimentano la decisione politica. Un comitato tecnico scientifico, composto di persone con ambiti di competenza diversificati e opinioni differenti, è stato incaricato di rispondere a quesiti e domande difficili. Per adempiere a questo compito e fornire risposte univoche, gli specialisti interagiscono con le società scientifiche, con i colleghi di accademie e università e con la ricerca di tutto il mondo e fanno una sintesi di quello che la ricerca mette attualmente a disposizione. Non è il verbo individuale di un esperto ma la sintesi di migliaia di studi. Ciò che si cerca è un’approssimazione di verità che si basi sul dato scientifico.
In Italia il governo si è affidato all’evidenza scientifica e le decisioni politiche prese si sono rivelate appropriate, altrove la politica non supportata dalla scienza ha messo in pericolo i Paesi. Ognuno porta la sua opinione, e questo può essere un dialogo che arricchisce, ma alla fine c’è un accumulo di evidenze che vanno studiate, interpretate e messe a disposizione di coloro che prendono decisioni, perché siamo in presenza di un’epidemia grave.
(Ranieri Guerra. OMS)